Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 71 del 26 febbraio ha approvato un decreto legge relativo a disposizioni urgenti finalizzate a garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nella serata di ieri, 26 febbraio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla bozza del nuovo decreto PNRR. Il DL contiene, in 48 articoli, misure che spaziano in diversi settori.
Il Consiglio dei ministri il 26 febbraio ha approvato lo schema di decreto legge recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza“, noto come Decreto PNRR. “Questo Dl ha avuto una fase di confronto sia con le organizzazioni di categoria e le parti sociali nei lavori dei tavoli tecnici che abbiamo tenuto, sia con tutti gli enti attuatori, province, regioni e comuni e con tutte le amministrazioni“, ha spiegato il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, il quale durante la conferenza stampa tenutasi dopo la riunione in CDM ha proseguito affermando: “E’ stato un lavoro molto complesso, articolato sia dal punto di vista della dimensione finanziaria del decreto sia dal punto di vista delle importanti norme che sono state inserite che sono certo contribuiranno in modo sostanziale ad un’accelerazione della spesa e ad una semplificazione delle norme e soprattutto a fare si che il Pnrr trovi ulteriori riscontri a quelli che già positivamente abbiamo ottenuto nel lavoro che ci lasciamo alle spalle. Con questo dl – ha chiarito poi Fitto – creiamo le condizioni per sviluppare un lavoro ulteriore nei prossimi mesi che sono mesi intensi e importanti per la verifica finale della quinta rata sia per quanto riguarda la sesta e settima rata che sono obiettivi del 2024“.
Obiettivo: velocizzare l’attuazione del piano
Il provvedimento punta su contrasto alle frodi, responsabilizzazione degli enti attuatori, alloggi universitari, messa a punto della governance, spinta alla digitalizzazione. Il nuovo decreto PNRR mira a velocizzare l’attuazione del piano, che ora conta anche i fondi di RepowerEU, potenziando le sinergie e il coordinamento. Ma il provvedimento contiene anche le norme per la sicurezza sul lavoro. Arriva infatti dal primo ottobre 2024 la patente a “crediti” per la sicurezza sul lavoro. Con 48 articoli al suo interno, l’intento principale è accelerare l’attuazione dei cantieri al fine di evitare possibili ritardi significativi nei prossimi mesi, che potrebbero compromettere l’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Inoltre, si mira a “rimborsare” i Comuni per i progetti espunti dal Pnrr rimodulato, che ammontano a oltre 10 miliardi di euro, oltre a promuovere la velocizzazione dei procedimenti giudiziari, contrastare le frodi e avviare il piano Transizione 5.0. Vediamo di seguito i dettagli.
Decreto PNRR: le risorse
Secondo fonti del governo, sembrerebbero attenuarsi le tensioni tra i ministri per gli Affari Europei e dell’Economia, Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti, riguardo ai presunti 19 miliardi di copertura mancante. Dal punto di vista finanziario, sono necessari 9,4 miliardi di euro per supportare le nuove misure inserite nel Pnrr con la rimodulazione concordata con Bruxelles alla fine di ottobre. Per quanto riguarda i progetti esclusi dal Piano, e che devono essere finanziati con risorse alternative come promesso ripetutamente dal Governo, sono stati raccolti 3,5 miliardi di euro. Questi fondi saranno affiancati dalle vecchie fonti di finanziamento nazionali, che vengono riattivate per i progetti preesistenti al Piano e inseriti solo successivamente, con l’intenzione di coprirli in modo più economico con il Next Generation EU. Dal fondo di coesione residuo, il provvedimento otterrebbe 4,9 miliardi distribuiti su quattro anni, mentre dal Piano Nazionale Complementare raccoglierebbe 3,8 miliardi per il triennio 2024-2026. Entro il 31 marzo, il Ministero dell’Economia e degli Affari Europei presenterà la prima relazione semestrale, includendo l’indicazione di altre fonti di finanziamento. Tuttavia, il Ministero dell’Economia potrebbe essere contrario all’uso dei fondi europei di coesione, destinati principalmente al Sud, per interventi come i crediti d’imposta del programma Transizione 5.0, che potrebbero prevalentemente beneficiare il Nord. Tra le altre possibili fonti di finanziamento, si prevede un maggiore recupero dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
Clausola taglia-fondi in caso di ritardi
In materia di governance, entra in vigore una clausola di riduzione dei fondi in caso di ritardi, e il governo avrà il potere di sostituire le unità di missione che si dimostrano troppo lente nell’attuazione dei progetti. Si stabilisce un principio di responsabilità: in caso la Commissione Europea richieda il rimborso dei finanziamenti, sarà compito dei soggetti responsabili effettuare il pagamento. Per rafforzare il controllo, deve essere potenziata la struttura di missione Pnrr presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sarà autorizzata a condurre ispezioni. Per contrastare le attività illecite, devono essere ampliati i poteri del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea, estendendo la sua competenza anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Nuovi commissari straordinari in arrivo
La nuova bozza conferma diverse modifiche, tra cui l’aumento degli anticipi dal 10% al 30% e una maggiore flessibilità riguardo al vincolo del 30% sulle assunzioni di donne e giovani. Inoltre, è prevista la nomina di un commissario straordinario presso il Ministero dell’Università, affiancato da una struttura composta da cinque persone, con l’obiettivo di garantire la realizzazione dei 60.000 nuovi alloggi per studenti previsti dal Piano di Ripresa italiano. Un secondo commissario, questa volta presso il Ministero dell’Interno e con una squadra di dodici unità, sarà incaricato di raggiungere gli obiettivi relativi al recupero e alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Infine, un terzo commissario, presso il Ministero dell’Agricoltura e con altrettante 12 persone, sarà responsabile di assicurare il raggiungimento degli obiettivi per contrastare gli insediamenti abusivi e combattere il caporalato. Per quanto riguarda il settore scolastico, sono state adottate misure per fornire alle istituzioni Tecnico Superiori (ITS Academy) nuove strutture e per potenziare la formazione digitale del corpo docente.
Cantieri e giustizia
Nel capitolo riguardante i cantieri e gli enti locali, sono state introdotte ulteriori misure per semplificare l’affidamento dei contratti pubblici e per accelerare i procedimenti amministrativi. Inoltre, si è deciso di potenziare le capacità amministrative delle amministrazioni locali. Per evitare la perdita di personale nel settore della giustizia e garantire la continuità dei processi legali, il governo ha adottato diverse misure: i vincitori di concorsi presso il Ministero della Giustizia che hanno ottenuto posizioni in altre amministrazioni possono rimandare il trasferimento fino al 30 giugno 2026; inoltre, i precari attuali nel settore saranno stabilizzati a partire dal 1 luglio 2026 dopo aver lavorato per ventiquattro mesi in modo continuativo. È stato dato il via libera all’assunzione di nuovi funzionari e dirigenti, e le regole per la stabilizzazione si applicheranno anche a gran parte degli addetti all’Ufficio per il Processo reclutati tramite il Pnrr. Gli incentivi previsti nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza saranno legati alla riduzione dei procedimenti civili pendenti per ciascun anno di attuazione del Pnrr.
Rafforzata la struttura di missione: potrà effettuare ispezioni
Oltre al potenziamento del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea, con l’ingresso di 12 nuovi membri tra cui i coordinatori delle Strutture di missione Pnrr e Zes, il decreto stabilisce, come già anticipato sul Sole 24 Ore nelle settimane precedenti, che i componenti dell’attuale Unità di missione del Dipartimento per le politiche di coesione e il Sud confluiranno nella task force Pnrr di Palazzo Chigi. Questa nuova struttura sarà composta da tre dirigenti e 15 funzionari. La Struttura di missione avrà un costo stimato di 7,62 milioni per il 2024 e 7,93 milioni per il periodo 2025-2026, con spese di funzionamento aggiuntive di 693.879 euro per il 2023, 1,89 milioni per il 2024 e 2,1 milioni per il 2025 e il 2026. Questa Struttura sarà autorizzata ad effettuare ispezioni e controlli a campione presso le amministrazioni centrali titolari delle misure e presso i soggetti responsabili dell’attuazione delle stesse.
Investimenti su ferrovie e comuni
Nel capitolo riguardante le Ferrovie, è stata avviata una rimodulazione degli investimenti per migliorare gli obiettivi del settore. Nel decreto Pnrr sono state introdotte nuove norme sulla sicurezza sul lavoro, con un aumento delle tutele per i lavoratori nella filiera del subappalto, normative più severe e sanzioni maggiori contro il lavoro nero, e un obbligo per il responsabile del progetto e il committente di vigilare e prevenire eventuali abusi. È prevista anche la conformità, con riduzione delle sanzioni, per coloro che desiderano mettersi in regola per quanto riguarda i contributi e il premio assicurativo Inail, mentre sono previste sanzioni più severe per gli evasori. Per quanto riguarda i Comuni, che hanno risentito dei tagli alla spesa, il governo ha dichiarato che le risorse allocate per gli anni 2024 e 2025 sono destinate alle graduatorie per le opere del 2023. È stato stanziato oltre mezzo miliardo di euro aggiuntivo per i piani urbani integrati, mentre sono stati momentaneamente sospesi i 660 milioni di euro destinati agli alloggi e alle residenze scolastiche.
Nel Decreto PNRR anche patente a punti per le imprese
Arriva, dal 1 ottobre, la patente a crediti per sicurezza sul lavoro: dovranno le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili, escluse le aziende che hanno l’attestato di qualificazione Soa. Sarà rilasciata dall’Ispettorato nazionale del lavoro. La patente parte da trenta crediti e consente di operare con una dotazione pari o superiore a 15 crediti. Saranno 20 i crediti decurtati dalla patente dell’impresa in caso di incidente mortale, 15 se l’incidente causa l’inabilità permanente al lavoro, anche parziale. In caso di inabilità temporanea assoluta che comporti l’astensione dal lavoro per più di 40 giorni, saranno invece tolti 10 crediti. Spetta all’Ispettorato nazionale del lavoro definire criteri, procedure e termini del provvedimento di sospensione. I crediti decurtati possono essere reintegrati a seguito della frequenza di corsi che consentono di riacquistare 5 crediti alla volta.
Regolarizzazione badanti
Dal 1° aprile 2024 e fino al 31 dicembre 2025 in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani, con almeno ottanta anni e con l’indennità di accompagnamento, è riconosciuto per massimo 24 mesi un esonero del 100% dei contributi previdenziali e assicurativi a carico del datore di lavoro, nel limite di 3mila euro all’anno.
Assegno inclusione e Btp
Nel decreto PNRR troviamo anche un’altra previsione. Dall’Isee di chi ne beneficia non saranno più esclusi i Bpt, come era invece stabilito nella legge di bilancio 2024. “Al fine di consentire il raggiungimento delle categorie più vulnerabili del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL)”, si legge, “l’articolo 1, comma 183, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, non si applica ai soggetti beneficiari” dei due sussidi che hanno sostituito il reddito di cittadinanza. Con molti paletti e lasciando fuori centinaia di migliaia di ex percettori. Questo significa che l‘esclusione dei Btp fino a un valore di 50mila euro dal calcolo dell’Isee non varrà per i “soggetti beneficiari dell’assegno di inclusione” e del supporto formazione e lavoro. La marcia indietro sembra dipendere dal timore che, invece di andare agli indigenti, le nuove misure finiscano nelle tasche delle famiglie che hanno le risorse per investire grosse cifre in titoli di Stato.
Alloggi studenti
Per la questione affitti brevi, come abbiamo anticipato arriva il commissario per gli alloggi degli studenti. Nello specifico si tratta di una figura ad hoc per centrare l’obiettivo del Pnrr di 60mila posti letto per gli studenti entro giugno 2026. Sarà nominato su proposta del ministro dell’Università e lavorerà all’interno dello stesso Mur. E per la realizzazione delle residenze universitarie si rafforza la collaborazione con l’Agenzia del demanio: le Università pubbliche e gli Enti di ricerca potranno richiedere il supporto della Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici dell’Agenzia come stazione appaltante.
Contrasto frodi
Infine nel decreto PNRR troviamo in previsione il potenziamento del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione europea. Potrà chiedere informazioni sulle iniziative di enti e istituzioni e proporre alla cabina di regia norme ad hoc per contrastare gli illeciti.
Conclusioni
Alloggi universitari, sanità digitale, lotta alle frodi e al lavoro irregolare, reclutamento dei magistrati tra le misure contenute nel nuovo provvedimento. Il nuovo decreto Pnrr, approvato nella serata del 26 febbraio dal Consiglio dei ministri, si configura come un dl omnibus di 48 articoli: molti e diversi sono i campi di intervento che troviamo al suo interno. È un “modo per avviare una fase di responsabilizzazione complessiva da parte di coloro quali sono chiamati” a partecipare alla spesa del Pnrr, ha detto nelle scorse ore il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.
Attuazione del piano e piattaforma Regis
All’articolo 2 il governo ha inserito una stretta sui soggetti chiamati ad attuare il Piano: in genere amministrazioni, enti locali e società titolari di servizi pubblici. Si prevede che il governo possa attivare i poteri sostitutivi nel caso in cui, dopo la verifica delle rispettive unità di missione, ci sia un disallineamento tra i cronoprogrammi degli interventi e i dati comunicati dagli enti al sistema informatico Regis, il sistema di controllo, rendicontazione e monitoraggio del Pnrr. La norma stabilisce infatti che, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, i soggetti attuatori debbano rendere disponibile (o aggiornare) sulla piattaforma Regis il calendario – procedurale e finanziario – di ciascun programma e intervento, aggiornato alla data del 31 dicembre 2023, con l’indicazione dello stato di avanzamento. Entro i 30 giorni successivi, la struttura dirigenziale titolare della misura (l’unità di missione) deve attestare tramite lo stesso Regis che i cronoprogrammi siano effettivamente compatibili con il conseguimento degli obiettivi previsti dal Pnrr. La Struttura di missione Pnrr e la Ragioneria generale dello Stato insieme verificano l’adempimento di questo obbligo. Se, sulla base dei dati risultati, si rilevino dei disallineamenti rispetto a quanto indicato nel cronoprogramma, la Struttura di missione richiede i necessari chiarimenti all’amministrazione centrale, che deve rispondere entro 15 giorni, prorogabili al massimo di altri 7. In caso di inutile decorso del termine, la Struttura di missione, sentita la Ragioneria, richiede al ministro per gli Affari europei di proporre al Consiglio dei ministri l’esercizio dei poteri sostitutivi. Inoltre, se la Commissione Ue verifica “l’omesso o l’incompleto conseguimento degli obiettivi”, l’amministrazione centrale titolare dell’intervento è obbligata a restituire gli importi percepiti, attivando le corrispondenti azioni di recupero nei confronti dei soggetti attuatori”.
Fonte: Fiscomania (https://fiscomania.com/decreto-pnrr/)