
I gap che abbiamo con gli USA sulla frontiera dell’intelligenza artificiale (AI) non nasce dalle minori competenze presenti in UE ma da strutture regolatorie e di business diverse. Antonio Calegari, direttore dell’Istituto Ai4Industry, in apertura degli Stati Generali dell’Innovazione 2025 (evento organizzato a Parma dal Sole 24 Ore, in collaborazione con l’Unione Parmense degli Industriali) cita che l’AI rappresenta un vero salto di innovazione che genera cambiamenti che colpiscono con rapidità. Il salto di innovazione, impone all’Italia di muoversi velocemente. Spiega la prorettrice della Statale di Milano, Silvana Castano, che nel campo della formazione l’obiettivo è di diventare un ateneo orientato all’AI e alla Cybersecurity entro il 2030 e conferma Maria Laura Cosimi Vice Presidente Rete ITS Italy, che il 70% dei posti di lavoro in UE richiederà competenze digitali avanzate e che l’obiettivo è garantire agli studenti skill tecnico-professionali. Giuseppe Mayer, ceo di Talent Garden dice “fino a 3 anni fa l’AI non si capiva bene cosa fosse, poi è subentrata la paura….Molte aziende hanno cominciato il processo di adozione ma poi si impantanano”…. “Quel che serve è la formazione..”. Risulta evidente che nell’industria bisogna adottare modelli efficaci di AI che abbiano il potenziale di aumentare l’efficacia dei processi e dei prodotti. Nelle grandi aziende l’AI è già fortemente integrata, ma c’è il tema legato alle regole europee verso la deregulation USA. La regolazione serve per non cancellare la concorrenza evitando che pochi player controllino tutto. L’innovazione e l’AI sono necessari per migliorare la nostra competitività.
Fonte: Il Sole 24 Ore